In questi giorni sto cercando di combattere il freddo polare a suon di tisane calde, profumo di cannella e maglie morbidissime. Questo clima invernale, a cui manca solo la neve per essere un quadretto perfetto, mi ricorda che siamo giunti alla fine dell'anno. Il 2019 è ormai alle spalle. Ho una piccola tradizione segreta -almeno fino ad oggi- che voglio condividere con voi. Quando comincia ad avvicinarsi il 31 dicembre sono solita dare un nome all'anno che è passato. Un titolo che deve essere conciso ma rappresentativo di ciò che è accaduto e di come mi sono sentita. In vista dell'intitolazione di questo 2019 (e della scrittura di questo post) ho rispolverato i miei ultimi diari. Tra parentesi, rivangare tra i vecchi diari è sempre un'azione che mi riempie di imbarazzo per cose scritte/fatte... imbarazzo che cerco di minimizzare con un "ma ero giovane". Purtroppo non so per quanti anni funzionerà ancora come scusa. Fino a quanti anni ci si può considerare giovani e giustificare così le proprie vergognose bravate? Suppongo sia una questione di prospettiva. Comunque per non divagare troppo, magari ci rifletterò in un altro post. Curiosi di conoscere i nomi dei miei ultimi anni? Mi trattengo dal commentarli. ;)
[Rullo di tamburi] 2019 o "Anno della luce in fondo al tunnel" A cosa è dovuto il nome di quest'anno? Ora ve lo spiego e facciamo insieme un'altra cosa che amo fare: mutuare dall'ambito aziendale vari principi e applicarli all'ambito psicologico. Da qui nasce il mio bilancio psicologico di fine anno, ispirato al bilancio di chiusura che solitamente si fa in azienda. Il bilancio in un'azienda è importante perché definisce le previsioni (o budget) del nuovo anno, che si preparano sulla base dello storico, dei risultati raggiunti, degli obiettivi e risorse impiegate e che sarà possibile impiegare in futuro. Allo stesso modo, a livello psicologico, è importante fermarsi a riflettere e prendere coscienza di cosa è stato il nostro anno, per individuare punti di forza, rallentamenti, cause di successi e insuccessi, capire cosa ripetere e cosa no, cosa migliorare, cosa è necessario abbandonare... O anche semplicemente riconoscere che è andato tutto bene ed esserne grati! Ecco una parte del mio bilancio di fine anno. Comincio a intravedere una luce in fondo al tunnel. Forse "luce" è una parola grossa, più che altro potrebbe essere una fiammella o un lumino da morto... ma voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, ottimismo che in genere è positivamente correlato ai bicchieri già bevuti (e ho deciso il nome del 2019 dopo un buon brulè!). NB: Dopo due brulè, potrei essere così ottimista da mettermi a fare le ombre cinesi con la luce in fondo al tunnel. Fatto sta che a un certo punto del 2019, diciamo in estate, sono piombata nel baratro. Baratro sul cui orlo cammino da anni e in cui alla fine sono precipitata -c'era da aspettarselo-. Credo di aver toccato il fondo più fondo che abbia mai toccato fino ad ora nella mia vita e a un certo punto ho anche temuto di non riuscire mai più a risalire. Il lato positivo quando capitano cose tremendamente brutte, è che spesso le persone scoprono di avere forze che non credevano di avere. Più che altro non hai altra scelta, se non essere/diventare forte. Credo si chiami istinto di sopravvivenza. Il lato positivo di avere le energie così ridotte ai minimi termini, è che riparti da ciò che è veramente essenziale. Concentri quel poco di energia che ti rimane su un solo obiettivo (risalire), senza disperderla di qua e di là per cose inutili -come si fa in genere quando si sta bene e non si hanno delle priorità così sostanziali. Dal momento che ero in fondo al baratro nel buio totale, per passarmi il tempo mi sono inventata una battuta (ho scoperto che nei momenti più disperati esce il mio migliore lato autoironico). "Ho toccato il fondo. Se la battuta fa schifo e non vi capacitate di come io possa averla trovata splendida, capitemi: era il periodo più brutto della mia vita. Qualcuno ha riflettuto sullo stesso tema, usando parole molto più efficaci delle mie... e quindi mi limito a riportarle, perchè proprio non potrebbero uscirmi meglio. Questo discorso è stato pronunciato dalla scrittrice J. K. Rowling (Harry Potter vi dice niente?) per la cerimonia di laurea ad Harvard nel 2008. Spesso per fare questi brevi speech alle cerimonie universitarie invitano persone illustri, i quali teoricamente dovrebbero "illuminare" i neolaureati, in maniera più o meno riuscita... Nel caso della Rowling, credo abbia tenuto un discorso davvero onesto e sincero, oltre che di ispirazione per tutti i ragazzi (e gli adulti) di oggi. "Ciò di cui avevo più paura alla vostra età non era la povertà, ma il fallimento. In conclusione... Quest'anno ho imparato: Ho imparato che sono forte. Molto forte. Ho trovato da sola le forze per risalire e questo lo terrò bene a mente per il futuro. Ho proseguito il mio "master esperienziale da autodidatta" sulla gestione dell'ansia. Perchè con tutte le ansie che ho da anni, il fatto che io sappia fronteggiarle così bene deve significare qualcosa. Ho imparato a "dire no" una cosa in cui ho sempre avuto difficoltà. La mia eccessiva buona educazione, troppo spesso coincideva con il subire giocoforza il volere degli altri. Diciamo che ho imparato a dare al mio punto di vista lo stesso valore che dò al punto di vista degli altri, e a farlo rispettare se necessario. Una grande conquista devo ammettere. Dopo ripetuti tentativi falliti in questi anni, ho finalmente smesso di prendere una pastiglia (no, non l'antipsicotico. :P ) Mi sono riempita di acne, come ogni volta che ho provato a smettere, motivo per cui ho sempre ricominciato. Perchè inserisco questa scemenza irrilevante nel mio bilancio di fine anno? Perchè se è vero che la forza si vede anche e soprattutto nelle piccole cose, questo da parte mia è un grande segnale di forza. Mi vedo orrenda e vi assicuro che non è semplice vedersi orrendi e accettarlo lo stesso. Soprattutto sapendo che potrei risolvere la cosa ricominciando la mia pastiglia. Il non farlo, dimostra quanto mi sono rafforzata rispetto agli anni (e ai tentativi) precedenti. Cosa NON ho imparato: Come dicevo prima, per fare questo post ho ripreso in mano alcuni vecchi diari. Ebbene, a partire dal 2015 -ma forse anche da prima- i miei buoni propositi si ripetono ogni anno come un mantra inutile: voglio smetterla di sprecare tempo nella mia vita, basta procrastinare, voglio essere più costante nelle cose, imparare un po' di autodisciplina. Inutile dire che nel 2019 ancora non ho imparato, nè fatto alcun passo avanti in tal senso. Pazienza, direi che per questa volta c'era già abbastanza carne al fuoco. Di conseguenza, con grande sorpresa di tutti, copio e incollo i buoni propositi per il 2020. ;) Buoni propositi per l'anno nuovo: Anche le cose che NON impariamo lasciano un qualche tipo di insegnamento. Dunque, faccio tesoro dell'insegnamento degli anni precedenti: i buoni propositi sono puntualmente disattesi. Allora (per restare in linea con il mio binomio psicologia- contesto aziendale) facciamo che quest'anno i "propositi" cambiano nome e li chiamo "obiettivi". Come fare? Semplice, un buon obiettivo deve seguire la regola S.M.A.R.T. A volte poi, può essere utile dividere in sotto-obiettivi e pianificare i vari passaggi, come farò io! Vi terrò aggiornati sui progressi.... Sono grata per: Le persone fantastiche che ci sono nella mia vita, in particolare il mio compagno (un amico e un sostegno ineguagliabile) e i miei piccoli pelosi (i quali alle 7 di mattina hanno fame e mi hanno evitato il rischio di non riuscire ad alzarmi dal letto la mattina e cadere nello sconforto). Sono felice delle nuove conoscenze fatte quest'anno, che mi hanno arricchita. Sono grata per la nuova spinta di energia che è arrivata e che con un colpo di coda mi traghetta nel 2020 con determinazione! Un regalo per voi! Vado matta per i planners stampabili, in rete se ne trovano tantissimi... ma per l'occasione del mio bilancio di fine anno, ne ho ideato e creato uno appositamente per me e per voi! Sarà utile per riflettere su questo 2019 che è passato e sull'anno che ci aspetta. Potete scaricarlo gratuitamente qui sotto, in pdf o in formato immagine.
E voi che nome dareste al vostro anno? Mi piacerebbe tanto conoscerlo! Potete rispondermi in privato attraverso il form qui sotto oppure commentando il blog.
2 Commenti
Katia
2/1/2020 09:14:10 pm
2019: Ciclicamente tornano.
Risposta
Creativo Compulsivo
2/1/2020 09:31:24 pm
Un nome molto interessante!
Risposta
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AriannaUn goccio di tè? Biscottini? Buona lettura! Archivi
Febbraio 2020
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